Il lichen sclerosus è una malattia dermatologica cronica che colpisce prevalentemente la zona genitale femminile, causando prurito intenso, irritazione, bruciore e alterazioni visibili. Spesso è confuso con infezioni o irritazioni comuni, ma merita attenzione e una diagnosi corretta.

Cos’è il Lichen Sclerosus?

È una malattia infiammatoria cronica, non contagiosa, che colpisce soprattutto donne in età post-menopausale, ma può presentarsi anche in età fertile e nei bambini. Coinvolge principalmente vulva e perineo, ma può estendersi anche all’area perianale.

Sintomi principali

  • Prurito vulvare intenso e persistente, soprattutto notturno
  • Bruciore e dolore, anche a riposo 
  • Ispessimento o assottigliamento della pelle 
  • Aree biancastre o lucide
  • Dolore nei rapporti sessuali (dispareunia) 
  • Fissurazioni, sanguinamento o piccole ulcerazioni
  • Difficoltà nella minzione o stenosi uretrale nei casi più gravi

Il prurito persistente è spesso il primo sintomo, ma le modifiche della pelle vulvare possono essere evidenti anche senza sintomi dolorosi.

 

Cause e fattori di rischio

Le cause esatte non sono note, ma si ipotizza un’origine autoimmune, con una predisposizione genetica. Fattori aggravanti includono:

  • Menopausa (riduzione estrogenica)
  • Malattie autoimmuni associate (tiroidite, vitiligine, alopecia areata)
  • Traumi cronici (microlesioni da grattamento o sfregamento)

 

Come si diagnostica?

La diagnosi è clinica e viene effettuata dal ginecologo o dal dermatologo:

  • In presenza di lesioni atipiche o sospette, si può eseguire una biopsia vulvare.
  • L’autodiagnosi non è raccomandata: il lichen può somigliare a infezioni da candida, psoriasi o dermatiti.

 

Come si cura?

Il lichen sclerosus è una condizione cronica: non si guarisce, ma si può controllare efficacemente con trattamenti mirati.

Terapia topica standard

  • Corticosteroidi (es. clobetasolo propionato 0,05%)
    •  Applicazione regolare secondo schema: cura iniziale intensiva, poi mantenimento.

Terapie di supporto

  • Idratanti e emollienti vulvari (senza profumi né conservanti) 
  • Detergenti intimi delicati, pH neutro
  • Trattamenti ormonali locali (estrogeni vaginali) in caso di associata atrofia

Altri approcci in casi resistenti

  • Inibitori della calcineurina (tacrolimus)
  • Terapie con laser frazionato CO₂ o PRP (plasma ricco di piastrine)
  • Intervento chirurgico solo nei casi di stenosi severa o fimosi del clitoride

 

Gestione e follow-up

  • Il controllo medico è essenziale ogni 6-12 mesi
  • Il lichen sclerosus può aumentare, in rari casi, il rischio di carcinoma vulvare: per questo è importante monitorare lesioni persistenti o ulcerate

 

Consigli pratici

  • Non usare salvaslip quotidianamente
  • Preferire biancheria intima in cotone bianco
  • Evitare pantaloni stretti e tessuti sintetici
  • Asciugare bene la zona vulvare dopo il lavaggio
  • Usare sempre creme idratanti anche in fase di remissione

Parlane, non vergognarti

Il lichen può impattare la sessualità, il benessere psicologico e la qualità della vita. Parlare apertamente con il proprio ginecologo è il primo passo per ricevere il trattamento giusto e migliorare il proprio comfort intimo.

 

Bibliografia
  • Kirtschig G et al. Evidence-based (S3) guideline on (anogenital) lichen sclerosus. J Eur Acad Dermatol Venereol. 2015;29(10):e1–e43. DOI:10.1111/jdv.13101
  • Neill SM et al. British Association of Dermatologists’ guidelines for the management of lichen sclerosus 2010. Br J Dermatol. 2010;163(4):672–682. DOI:10.1111/j.1365-2133.2010.09984.x 
  • Powell J, Wojnarowska F. Lichen sclerosus. Lancet. 1999;353(9166):1777–1783. DOI:10.1016/S0140-6736(98)09079-5

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